página principal
Emma Prestia, Traduzioni italiane dei refranes del Don Chisciotte
A B C D E G L M N O P S T U V
NO
NO
Términos seleccionados: 6 Página 1 de 1

1. No hay candados, guardas ni cerraduras que mejor guarden a una doncella que las del recato propio
QI, cap. LI
It. FRANCIOSINI: Non si trovano lucchetti, guardie, né ferrature, che meglio guardino una Donzella, che quelle del proprio riguardo (p. 660).
It. GAMBA: Era custodita dal genitore, o a meglio dire era essa custode di sé medesima (p. 561).
It. GIANNINI: Non ci sono né lucchetti, né custodi, né serrature che proteggano una fanciulla meglio del proprio riserbo (p. 544).
It. CARLESI: Non ci son catenacci, né guardie, né serrature che custodiscano una ragazza meglio del suo contegno personale (pp. 561-562).
It. MARONE: Non ci sono catenacci, custodi né serrature che meglio difendano una fanciulla della sua stessa riservatezza (pp. 702-703).
It. BODINI: Non c’è lucchetti, guardie o serrature che custodiscano una fanciulla meglio del rispetto di sé (p. 560).
It. FALZONE: Non ci sono lucchetti, guardie o serrature che custodiscano una fanciulla meglio del proprio riserbo (p. 439).
It. LA GIOIA: Non ci sono lucchetti, protezioni o serrature che siano più efficaci del proprio riserbo (p. 466).
It. CANALE: Non esistono catenacci, guardie o serrature che possano custodire meglio una donzella che il proprio riserbo (p. 925).
Gamba stravolge totalmente la struttura e le parole del refrán, La Gioia lo sintetizza togliendo il complemento oggetto "la donzella" e rendendolo impersonale, mentre le altre traduzioni risultano letterali. Si noti l’alternanza di lucchetti e catenacci per tradurre candados e l’alternanza di guardie, custodi e catenacci per rendere in italiano guardas. Carlesi e Giannini inseriscono la congiunzione "né" davanti a "guardie", diversamente dagli altri traduttori che rimangono fedeli alla costruzione spagnola di riferimento. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre que mejor guarden: che meglio guardino (Franciosini); che meglio difendano (Marone); che custodiscano (Carlesi, Falzone, Bodini); che proteggano (Giannini); che possano custodire meglio (Canale). Varianti per del recato proprio: del proprio riguardo (Franciosini); della sua stessa riservatezza (Marone); del suo contegno personale (Carlesi); del proprio riserbo (Falzone, Giannini, La Gioia, Canale); del rispetto di sé (Bodini). Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 227.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 591.
2. No hay gente más mala que las placeras, porque todas son desvergonzadas, desalmadas y atrevidas
QII, cap. LI
It. FRANCIOSINI: (è fama che) Non ci sia gente più cattiva, delle donne che vendono in piazza, perche tutte sono sfacciate senz’anima (p. 512).
It. GAMBA: Non vi è gente più briccona delle donne che vendono sul mercato: sono il peggio che si possa dire, svergognate, senza coscienza, temerarie (p. 466).
It. GIANNINI: Non c’è peggio gente delle mercatine, perché sfacciate, senza coscienza e insolenti tutte (p. 444).
It. CARLESI: Non c’è peggior genia delle mercatine; perché son tutte sfrontate, senza coscienza e impertinenti (p. 1030).
It. MARONE: Non c’è gente più malvagia dei rivenduglioli, perché tutti sono sfrontati, senza coscienza ed impertinenti (p. 499).
It. BODINI: Non c’è canaglia peggiore delle venditrici di piazza, son tutte svergognate, prive di scrupoli e impudenti (p. 1005).
It. FALZONE: Non c’è gente peggiore delle venditrici di piazza, perché sono tutte svergognate, senza coscienza e insolenti (p. 789).
It. LA GIOIA: Le ambulanti hanno pessima reputazione, essendo tutte delle svergognate, senza scrupoli e strafottenti (p. 861).
It. CANALE: (tutti dicono che) Non vi sia razza peggiore di quella delle venditrici ambulanti, tutte svergognate, senz’anima e temerarie (p. 1705).
Le traduzioni appaiono per lo più letterali, ma si può notare l’uso di diversi tempi verbali dovuto al contesto sintattico in cui è situato ogni sintagma preso in esame.In tutti i casi esaminati i traduttori hanno optato per l’utilizzo della preposizione "delle/dei", in accordo con le regole della grammatica italiana, per introdurre il termine di paragone, non seguendo la costruzione spagnola di partenza che adotta la congiunzione que. Nella versione di La Gioia la struttura della frase è stata semplificata: è stata omessa la parte introduttiva ed è stato elevato a soggetto il complemento di paragone (las placeras). L’ordine SV per todas son è rispettato solo da Franciosini, Marone; Giannini e Canale omettono il verbo ed elencano subito gli aggettivi che qualificano las placeras; i restanti traduttori dislocano il verbo prima del soggetto, non restando fedeli né al testo spagnolo di riferimento né alle regole della grammatica italiana che prevedono generalmente un ordine SV. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre las placeras: donne che vendono in piazza/venditrici di piazza (Franciosini, Falzone, Bodini); donne che vendono sul mercato (Gamba); rivenduglioli (Marone); mercatine (Carlesi, Giannini); ambulanti/venditrici ambulanti (La Gioia, Canale). "Rivenduglioli", toscanismo letterario, e "mercatine" sono vocaboli rari, appartenenti al lessico di basso uso secondo il GRADIT. Si noti come Marone adotti un sostantivo maschile e non femminile come invece presente nel refrán di partenza. Varianti per desvergonzadas: sfacciate (Franciosini, Giannini); svergognate (Gamba, Falzone, La Gioia, Bodini, Canale); sfrontati/sfrontate (Marone, Carlesi). Marone ricorre a un aggettivo di genere maschile in accordo col sostantivo "rivenduglioli" adottato. Varianti per desalmadas: senz’anima (Franciosini, Canale); senza coscienza (Gamba, Marone, Carlesi, Falzone, Giannini); senza scrupoli/prive di scrupoli (La Gioia, Bodini). Varianti per atrevidas: temerarie (Gamba, Canale);impertinenti (Marone, Carlesi);insolenti (Falzone, Giannini); strafottenti (La Gioia);impudenti (Bodini).
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 431.
3. No hay memoria a quien el tiempo no acabe, ni dolor que muerte no le consuma
QI, cap. XV
It. FRANCIOSINI: Non ci è memoria, che il tempo non la diminuisca, né dolore, che la morte non la consumi (p. 137).
It. GAMBA: Non v’è reminiscenza la quale non venga cancellata dal tempo, né dolore a cui la morte non metta fine (p. 131);; GIANNINI: Non c’è ricordo cui il tempo non cancelli, né dolore a cui la morte non metta fine (p. 125).
It. CARLESI: Non c’è memoria a cui il tempo non metta fine, e non c’è dolore che non passi con la morte (p. 131).
It. MARONE: Non c’è memoria che il tempo non cancelli, né dolore che la morte non disperda (p. 230).
It. BODINI: Non c’è memoria che il tempo non consumi, né dolore a cui la morte non dia termine (p. 141).
It. FALZONE: Non c’è memoria a cui non ponga termine il tempo, né dolore che la morte non consumi (p. 103).
It. LA GIOIA: Non c’è ricordo che il tempo non cancelli, né dolore che la morte non guarisca (p. 113).
It. CANALE: Non c’è memoria ch il tempo non cancelli né dolore che la morte non consumi (p. 229).
Franciosini, Marone, Giannini, La Gioia, Bodini e CANALE: traducono letteralmente e mantengono l’ordine dei costituenti all’interno del testo originale. Nella versione di Gamba il soggetto (il tempo) diviene complemento di causa efficiente poiché egli rende passiva la frase; in quella di Carlesi, nella seconda parte del sintagma, il soggetto (la morte) diviene complemento di mezzo e viene posto fine della frase. Falzone infine non rispetta il giro all’italiana SVO e il testo spagnolo originale poiché sposta il soggetto (il tempo) dopo il complemento diretto. Giannini e La Gioia sono gli unici due che adottano "ricordo" per tradurre memoria dallo spagnolo. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre no acabe: non diminuisca (Franciosini); non venga cancellata (Gamba); non cancelli (Marone, Giannini, La Gioia, Canale); non metta fine (Carlesi); non ponga termine (Falzone); non consumi (Bodini). Varianti per no le consuma: non la consumi (Franciosini); non metta fine (Gamba, Giannini); non disperda (Marone); non passi (Carlesi); non consumi (Falzone, Canale); non guarisca (La Gioia); non dia termine (Bodini). Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 247.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 195.
4. No hay poeta que no sea arrogante y piense de sí que es el mayor poeta del mundo
QII, cap. XVIII
It. FRANCIOSINI: No ci è poeta che non sia arrogante, e pensi di sé, d’essere il maggiore Poeta del mondo (p. 169).
It. GAMBA: I poeti sogliono esser arroganti, e facilmente credonsi grandi e sublimi (p. 161).
It. GIANNINI: Non c’è poeta che non sia presuntuoso e che di sé non pensi di essere il maggior poeta del mondo (p. 152).
It. CARLESI: I poeti son tutti presuntuosi, e ognuno di loro si crede d’essere il più gran poeta del mondo (p. 738).
It. MARONE: Non c’è poeta che non sia arrogante e che non pensi di essere il più grande del mondo (p. 173).
It. BODINI: Non c’è poeta che non sia superbo e non pensi di sé che è il più gran poeta del mondo (p. 730).
It. FALZONE: Non c’è poeta che non sia presuntuoso e non pensi di sé che è il più gran poeta del mondo (p. 572).
It. LA GIOIA: Non c’è poeta che non sia arrogante e non si reputi il maggiore poeta del mondo (p. 614).
It. CANALE: Non c’è poeta che non sia arrogante e non pensi di essere il maggior poeta del mondo (p. 1223).
Le traduzioni sono letterali, pur notando alcune varianti tra l’una e l’altra, come l’alternanza di arrogante, presuntuoso e superbo per arrogante. Anche in questo caso la tendenza di Gamba è quella di riassumere il refrán.Il testo originale presenta una frase scissa, in cui l’elemento focale viene posto a inizio frase in una struttura del tipo "non c’è x che…", che Carlesi e Gamba modificano ricorrendo a una frase diretta SVO.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 170.
5. No puede haber gracia donde no hay discreción
QII, cap. XLIV
It. FRANCIOSINI: Non si puol ritrovar grazia, dove non è discrezione (p. 424).
It. GAMBA: Non si dà grazia dove non è discrezione (p. 393).
It. GIANNINI: Non può esservi brio dove non sia intelligenza (p. 370).
It. CARLESI: Non vi può essere spirito senza intelligenza (p. 955).
It. MARONE: Non può aversi arguzia dove non esista intendimento (p. 414).
It. BODINI: Non vi può essere spirito se non v’è intelligenza (p. 937).
It. FALZONE: Non vi può essere spirito se non v’è intelligenza (p. 733).
It. LA GIOIA: Non ci può essere simpatia senza intelligenza (p. 798).
It. CANALE: Non vi può essere grazia ove non vi sia discrezione (p. 1581).
Le traduzioni risultano per lo più letterali e fedeli alla struttura dell’espressione proverbiale spagnola. Carlesi e La Gioia riducono però il refrán a proposizione semplice poiché omettono il verbo no hay nella seconda parte del sintagma, sostituendolo con la preposizione "senza". Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre gracia: grazia (Franciosini, Gamba, Canale); arguzia (Marone); spirito (Carlesi, Falzone, Bodini); brio (Giannini); simpatia (La Gioia). "Brio" è la variante diacronicamente più recente, poiché introdotta nel lessico italiano all’inizio del XVII secolo, dallo spagnolo ‘brío’, dal provenzale ‘briu’, dal gallico ‘*brīgos’: "forza/vivacità" (GRADIT 2007). Varianti per discreción: discrezione (Franciosini, Gamba, Canale);intendimento (Marone);intelligenza (Carlesi, Falzone, Giannini, La Gioia, Bodini). Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 233.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 367.
6. No se escribe con las canas, sino con el entendimiento, el cual suele mejorarse con los años
QII, Prologo al lettore
It. FRANCIOSINI: La traduzione del prologo non è presente nell’edizione consultata.
It. GAMBA: Non è la canizie che scrive, ma l’intelletto (p. 4).
It. GIANNINI: Non si scrive già con i capelli canuti, ma per virtù d’intelletto, che con gli anni suole divenir migliore (p. 14).
It. CARLESI: Non si scrive coi capelli bianchi, ma coll’intelligenza, la quale cogli anni diventa sempre migliore (p. 588).
It. MARONE: Non si scrive con le canizie, ma con l’intelletto, che è solito con gli anni affinarsi (p. 10).
It. BODINI: Non è coi capelli bianchi che si scrive, ma con l’intelletto, che suole perfezionarsi con gli anni (p. 588).
It. FALZONE: Non si scrive coi capelli bianchi ma con l’intelletto che suole progredire con gli anni (p. 459).
It. LA GIOIA: Non si scrive con la canizie ma con l’intelletto che, di solito, migliora con gli anni (p. 490).
It. CANALE: Non si scrive con le canizie, ma con l’intendimento, che suole migliorare con gli anni (p. 973).
Non tutte le traduzioni sono letterali, poiché quella di Gamba è una sintesi del refrán che omette la parte finale, mantenendo comunque intatto il significato, e poiché nell’edizione consultata di Franciosini è assente la traduzione del prologo che contiene questo aforismo. Bodini rende in italiano con una frase scissa, struttura sintattica più elaborata e assente nel testo di partenza, in cui l’elemento focale viene posto a inizio frase in una struttura del tipo "(non) è x che…". Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre canas: canizie (Gamba, Marone, La Gioia, Canale); capelli bianchi (Carlesi, Falzone, Bodini); capelli canuti (Giannini). "Capelli bianchi" e "capelli canuti" sono due soluzioni che prevedono il ricorso a una perifrasi composta da sostantivo-aggettivo, non aderente all’originale canas; inoltre "canizie" e "capelli canuti" sono scelte stilistiche più elevate rispetto all’alternativa più comune e colloquiale costituita da "capelli bianchi" (GRADIT 2007). Varianti per intendimento: intelletto (Gamba, Marone, Falzone, Giannini, La Gioia, Bodini);intelligenza (Carlesi);intendimento (Canale).
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 34.
< página principal Acerca de | Secciones | Top 10 | Licencia | Contacto | Acceso Licencia de Creative Commons
© 2008 Fernando Martínez de Carnero XHTML | CSS Powered by Glossword