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Emma Prestia, Traduzioni italiane dei refranes del Don Chisciotte
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1. El Amor es invisible, y entra y sale por do quiere, sin que nadie le pida cuenta de sus hechos
QII, cap. LVI
It. FRANCIOSINI: L’amore è invisibile, & entra, & esce dove gli piace, senza che nissuno gli domandi il conto di quanto ei fa (p. 557).
It. GAMBA: Invisibile si è Amore, ed entra ed esce ove più gli torna, senza che siavi che gli domandi conto di quanto opera (p. 505).
It. GIANNINI: Amore è invisibile ed entra ed esce di dove vuole, senza che nessuno gli chieda conto di quel che fa (p. 481).
It. CARLESI: Amore è invisibile, ed entra ed esce di dove vuole, senza che nessuno gli chieda conto dei fatti suoi (p. 1067).
It. MARONE: Amore è invisibile ed entra ed esce per dovunque, senza che alcuno gli domandi conto delle sue azioni (p. 540).
It. BODINI: L’Amore è invisibile ed entra ed esce da dove gli pare, senza che nessuno gli chieda conto delle sue azioni (p. 1042).
It. FALZONE: L’Amore è invisibile, ed entra ed esce di dove vuole, senza che nessuno gli chieda conto dei suoi atti (p. 816).
It. LA GIOIA: Amore è invisibile, entra ed esce dove vuole, senza rendere conto a nessuno (p. 892).
It. CANALE: L’Amore è invisibile ed entra ed esce da dove vuole, senza che nessuno possa chiedergli conto delle sue azioni (p. 1769).
Le traduzioni sono letterali. Le poche differenze sono presenti nell’ultima parte del refrán, dove La Gioia e Gamba modificano il soggetto della frase originale (nessuno), utilizzandolo il primo come complemento di termine (a nessuno), il secondo sostituendolo con un verbo locativo (che siavi).Infine "nissuno", adottata da Franciosini, è la variante ormai obsoleta di ‘nessuno’ secondo il GRADIT. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre entra y sale por do quiere: entra e esce dove gli piace (Franciosini); entra ed esce ove più gli torna (Gamba)entra ed esce per dovunque (Marone)entra ed esce di dove vuole (Carlesi, Falzone, Giannini); entra ed esce dove vuole (La Gioia); entra ed esce da dove vuole (Canale); entra ed esce da dove gli pare (Bodini).
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 464.
2. El amor mira con unos antojos, que hacen parecer oro al cobre, a la pobreza, riqueza, y a las lagañas, perlas
QII, cap. XIX
It. FRANCIOSINI: L’amore guarda con certi occhiali, che fanno parer l’oro simile al rame, la ricchezza alla povertà, e la cispa alle perle (p. 183).
It. GAMBA: L’amore guarda con certi occhiali che fanno parere oro il rame, ricchezza la povertà, perle la cispa (p. 172).
It. GIANNINI: L’amore guarda con certi occhiali che fan parere oro il rame, ricchezza la povertà e perle la cispa (p. 163).
It. CARLESI: L’amore guarda con certi occhiali che fa parere oro il rame, ricchezza la miseria e perle la cispa (p. 749).
It. MARONE: L’amore guarda con certi occhiali che fanno apparire oro il rame, ricchezza la povertà e perle le cispe (p. 186).
It. BODINI: L’amore guarda le cose con certi occhiali che fanno sembrare oro il rame, ricchezza la povertà e perle le cispe (p. 742).
It. FALZONE: L’amore guarda con certe lenti che fanno sembrare oro il rame, ricchezza la povertà e perle le cispe (p. 581).
It. LA GIOIA: L’amore guarda con certi occhiali che fanno vedere oro per rame, ricchezza per povertà, e perle per cispe (p. 624).
It. CANALE: L’amore guarda con lenti che fanno sembrare oro il rame, ricchezza la povertà e perle la cispa (p. 1243).
Tutte le traduzioni sono letterali. Per antojos si noti l’uso di varianti italiane occhiali e lenti, e per lagañas l’alternanza singolare/plurale cispa/cispe. Si noti come in questo caso il termine "antojos" in lingua spagnola si arricchisca di altri significati quali "capriccio", "desiderio acuto e irrazionale", che la traduzione letterale in italiano inevitabilmente sacrifica e l’ambiguità di conseguenza si perde del tutto. Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 201.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 181.
3. El amor y la guerra son una misma cosa, y así como en la guerra es cosa lícita y acostumbrada usar de ardides y estratagemas para vencer al enemigo, así en las contiendas y competencias amorosas se tienen por buenos los embustes y marañas que se hacen
QII, cap. XXI
It. FRANCIOSINI: L’amore e la guerra sono un’istessa cosa; e sì come nella guerra è cosa lecita, e solita, il servirsi delle strattagemme, e degl’inganni per vincer il nimico, così nelle contese, e competenze amorose, si tengono per buoni gl’imbrogli, e gl’intrighi, che si fanno per conseguire il fine che si desidera, purche non siano in pregiudizio, e disonore della cosa amata (p. 208).
It. GAMBA: L’amore e la guerra sono una cosa stessa, e che come è lecito in guerra d’usar inganni e strattagemmi per vincere il nemico, al modo stesso sono permessi nelle contese e competenze amorose gli intrighi e gli affascinamenti per conseguir il bramato fine, quando però non tornino a disprezzo e a disonore dell’oggetto che si ama (p. 194).
It. GIANNINI: L’amore e la guerra sono una stessa cosa, e come nella guerra è lecito e comunemente praticato fare uso di astuzie e di stratagemmi per vincere il nemico, così nei contrasti e nelle rivalità amorose si ritengono per buoni gl’imbrogli e i raggiri messi in opera per conseguire il fine desiderato, purché non siano in pregiudizio e disdoro dell’oggetto amato (p. 186).
It. CARLESI: Amore e guerra son tutt’uno, e quindi come in guerra è cosa lecita e abituale usare di astuzie e di strattagemmi per vincere il nemico, così nella competizioni amorose sono da ritenersi legittimi gli inganni e le furberie praticati per raggiungere lo scopo che si desidera, purché non tornino a discredito dell’oggetto amato (p. 770).
It. MARONE: L’amore e la guerra sono la stessa cosa e, perciò come in guerra è cosa lecita e naturale far uso di astuzie e stratagemmi per vincere il nemico, allo stesso modo nelle contese e competenze amorose son ritenuti legittimi gli inganni e le furberie che si compiono per raggiungere il fine che si brama, sempre che essi non siano in offesa e disonore della persona amata (pp. 208-209).
It. BODINI: L’amore e la guerra sono una medesima cosa, e così come in guerra è cosa lecita e normalmente praticata usar tranelli e stratagemmi per vincere il nemico, così nelle lotte e nelle rivalità amorose si considerano buoni gli inganni e le astuzie che si adoperano per conseguire il fine che si desidera, purché non sia a discapito e a danno dell’onore della cosa amata (p. 761).
It. FALZONE: L’amore e la guerra sono una stessa cosa, e come in guerra è cosa lecita e consueta usar astuzie e stratagemmi per vincere il nemico, così nelle lotte e nelle rivalità amorose sono tenuti per buoni i tranelli e gl’imbrogli praticati per conseguire il fine che si desidera, purché non siano a scapito e discredito dell’oggetto amato (pp. 596-597).
It. LA GIOIA: L’amore e la guerra sono la medesima cosa, e come in guerra è lecito e usuale usare inganni e stratagemmi per vincere il nemico, così nelle contese e nelle rivalità amorose valgono i trucchi e le astuzie che servono a ottenere lo scopo che si desidera, sempre che non siano a discapito e non tornino a disonore dell’oggetto amato (pp. 642-643).
It. CANALE: L’amore e la guerra sono una stessa cosa e, come in guerra è lecito e comune usare astuzie e stratagemmi per vincere il nemico, così, nelle contese e rivalità amorose si considerano buoni gli inganni e le menzogne usati per raggiungere il fine desiderato, sempre che non lo si faccia a scapito e danno dell’onore della cosa amata (pp. 1277-1279).
Tutte le versioni italiane si limitano a fornire la traduzione letterale del testo, senza ricercare una personalizzazione di costrutto sintattico o di scelta lessicale operata. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre ardides y estratagemas: inganni e stratagemmi (Franciosini, Gamba, La Gioia); astuzie e stratagemmi (Marone, Carlesi, Falzone, Giannini, Canale); tranelli e stratagemmi (Bodini). Varianti per embustes y marañas: imbrogli e intrighi (Franciosini);intrighi e affascinamenti (Gamba);inganni e furberie (Marone, Carlesi); tranelli e imbrogli (Falzone);imbrogli e raggiri (Giannini); trucchi e astuzie (La Gioia);inganni e astuzie (Bodini);inganni e menzogne (Canale). Si noti come Franciosini mantenga la traduzione più fedele dei due sostantivi, come Gamba inverta l’ordine di traduzione dei due sostantivi, infine come i restanti autori ricorrano a sinonimi (Falzone, La Gioia, Canale) che si allontano dal significato originale. La parte iniziale di questo refrán, el amor y la guerra son una misma cosa, è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 202.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 201.
4. El cautiverio es el mayor mal que puede venir a los hombres
QII, cap. LVIII
It. FRANCIOSINI: La schiavitudine è il maggior male, che può venire à gl’uomini (p. 566).
It. GAMBA: La schiavitù è il peggior male che possa arrivare agli uomini (pp. 514-515).
It. GIANNINI: La schiavitù è il peggiore dei mali che agli uomini possano toccare (p. 491).
It. CARLESI: La schiavitù è il peggior male che possa capitare agli uomini (p. 1075).
It. MARONE: La servitù è il male peggiore che possa capitare agli uomini (p. 549).
It. BODINI: Non c’è più grande male che possa venire agli uomini che la schiavitù (p. 1051).
It. FALZONE: La schiavitù è il maggior male che possa capitare agli uomini (p. 823).
It. LA GIOIA: La soggezione è il peggiore dei mali che possano colpire un uomo (p. 899).
It. CANALE: La prigionia è per un uomo il maggiore dei mali (p. 1785).
Le traduzioni sono letterali. Giannini disloca a sinistra del verbo il complemento di termine (agli uomini), non rispettando la posizione finale del testo di riferimento; Bodini modifica la struttura della frase e sposta alla fine del sintagma "la schiavitù", focus e soggetto del testo spagnolo in considerazione; Canale anche modifica la struttura poiché disloca a sinistra del complemento oggetto il complemento di svantaggio (per un uomo); Marone opta per una traduzione secondo il giro all’italiana con l’ordine sostantivo-aggettivo (male peggiore). Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre el cautiverio: la schiavitudine (Franciosini); la schiavitù (Gamba, Carlesi, Falzone, Giannini, Bodini); la servitù (Marone); la soggezione (La Gioia); la prigionia (Canale). Varianti per el mayor mal: il maggior male (Franciosini, Falzone);il peggior male (Gamba, Carlesi);il male peggiore (Marone);il peggiore dei mali (Giannini, La Gioia);il più grande male (Bodini);il maggiore dei mali (Canale). Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 212.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 470.
5. El comenzar las cosas es tenerlas medio acabadas
QII, cap. XLI
It. FRANCIOSINI: Il cominciar le cose, è un averle quasi mezzo finite (p. 397).
It. GAMBA: Il cominciare le cose è averle quasi mezzo finite (p. 368).
It. GIANNINI: Chi ben comincia è alla metà dell’opera (p. 349).
It. CARLESI: Chi ben comincia è alla metà dell’opera (p. 931).
It. MARONE: Cominciare le cose è come averle fatte a metà (p. 386).
It. BODINI: Chi ben comincia è alla metà dell’opera (p. 913).
It. FALZONE: Chi ben comincia è alla metà dell’opera (p. 716).
It. LA GIOIA: Cosa cominciata è mezza terminata (p. 779).
It. CANALE: Chi ben comincia è a metà dell’opera (p. 1541).
Franciosini, Gamba e Marone traducono l’espressione proverbiale in modo letterale, mantenendo quindi la struttura originale spagnola del refrán; tutti gli altri traduttori invece optano per l’adozione di un proverbio dell’italiano col medesimo significato di quello cervantino: Carlesi, Falzone, Giannini, Bodini e CANALE: traducono con "chi ben comincia è a metà dell’opera", La Gioia ricorre a "cosa cominciata è mezza terminata". Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 216.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 347.
6. El consejo de la mujer es poco, y el que no le toma es loco
QII, cap. VII
It. FRANCIOSINI: Il consiglio della mia moglie è poco, e colui che non le piglia è sciocco (p. 60).
It. GAMBA: Il consiglio della moglie è poco, ma colui che non lo piglia è sciocco (p. 64).
It. GIANNINI: Consiglio di donna non è gran fatto, ma chi non lo piglia vuol dir che è matto (p. 63).
It. CARLESI: Consiglio di donna poco vale, ma chi non lo segue fa male (p. 644).
It. MARONE: Il consiglio della donna vale poco, ma chi non lo accoglie è matto (p. 71).
It. BODINI: Consiglio di donna non val molto, però chi non l’ascolta è proprio stolto (p. 641).
It. FALZONE: Consiglio di donne poco vale ma chi non l’ascolta non ha sale (p. 502).
It. LA GIOIA: Consiglio della moglie poco vale, ma quando non l’ascolti ti va male (p. 535).
It. CANALE: La donna dà consigli raramente e chi non li accetta è fuori di mente (1065).
A differenza del caso precedente, si può qui notare l’alternanza di "donna" e di "moglie" per tradurre mujer. L’articolo determinativo posto a inizio frase è mantenuto da Franciosini, Gamba e Marone, ed è omesso da tutti gli alti traduttori. Si noti come le traduzioni di Carlesi, Falzone, Giannini, La Gioia, Bodini e CANALE: siano tutte riadattate all’italiano in modo da poter conferire al proverbio la rima presente nel testo spagnolo. Carlesi e La Gioia sostituiscono la traduzione del predicato nominale es loco inserendo un predicato verbale "fa male" (Carlesi), "ti va male" (La Gioia). Le traduzioni più letterali sono quelle di Franciosini, di Gamba e di Marone. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre es loco:è sciocco (Franciosini, Gamba);è matto (Marone, Giannini); non ha sale (Falzone);è proprio stolto (Bodini);è fuori di mente (Canale)Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 217.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 87.
7. En los casos de amor no hay ninguno que con más facilidad se cumpla que aquel que tiene de su parte el deseo de la dama
QI, cap. LI
It. FRANCIOSINI: Ne’ casi d’amore, non se ne trov’alcuno, che più facilmente s’adempisca, che quello, che ha dalla sua il desiderio della dama (p. 663).
It. GAMBA: Nelle galanterie non ve n’ha alcuna che più facilmente si compia di quella in cui la donna è d’accordo (p. 563).
It. GIANNINI: Negli amorosi casi nessun desiderio si compie meglio di quello che ha dalla sua la propensione della dama (p. 546).
It. CARLESI: Nelle avventure d’amore, quando la donna vuole, si va in fondo prima e meglio che in qualsiasi altro caso (p. 564).
It. MARONE: Nelle cose d’amore non ce n’è alcuna che si svolga con maggiore felicità di quelle che sono secondate dal desiderio della dama (p. 705).
It. BODINI: Tra le vicende d’amore non ve n’è nessuna che abbia più facile realizzazione di quella in cui si ha dalla propria la volontà della donna (p. 563).
It. FALZONE: Nelle vicende d’amore non c’è nessuna che abbia più pronta effettuazione di quella che è aiutata dalla volontà della donna (p. 441).
It. LA GIOIA: Le cose d’amore vanno alla svelta quando sono le donne a volerle (p. 468).
It. CANALE: In amore nulla si compie più facilmente di quanto risponde al desiderio della dama (p. 929).
Anche in questo caso le traduzioni sono per lo più letterali, ad esclusione di Carlesi, di La Gioia e di Canale che sintetizzano il refrán e modificano l’ordine originario degli elementi all’interno del sintagma di partenza. Carlesi, ad esempio, disloca a sinistra la volontà della donna, non mantenendo la posizione finale presente nel testo di partenza. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre en los casos de amor: nei casi d’amore/negli amorosi casi (Franciosini, Giannini); nelle galanterie (Gamba); nelle cose d’amore (Marone, La Gioia); nelle avventure d’amore (Carlesi); nelle/tra le vicende d’amore (Falzone, Bodini);in amore (Canale). "Galanterie", secondo il GRADIT, è un sostantivo che fa parte del lessico di basso uso e inoltre risulta diacronicamente più antico rispetto alle altre varianti che optano per "casi/avventure/vicende", sostantivi appartenenti al lessico fondamentale dei parlanti. Varianti per se cumpla: s’adempisca (Franciosini); si compia/e (Gamba, Giannini, Canale); si svolga (Marone); si va in fondo (Carlesi); che abbia più pronta effettuazione (Falzone); vanno alla svelta (La Gioia); che abbia più facile realizzazione (Bodini). S’adempisca, si compia e si svolga sono traduzioni fedeli; nelle altre traduzioni, gli autori ricorrono a perifrasi più complesse per intensificare il significato del verbo e aggiungere un’impronta soggettiva alla propria versione.Inoltre, consultando il GRADIT è emerso che "effettuazione" e "realizzazione" sono sostantivi di recente introduzione nel lessico della lingua italiana e vengono impiegati soprattutto in un linguaggio di tipo burocratico; le varianti di Carlesi, "si va in fondo", e di La Gioia, "vanno alla svelta", sono caratterizzate da un registro colloquiale.Infine "dama", adottato da Franciosini, Giannini, Marone e Canale, risulta un termine ormai obsoleto, ed è sostituito da tutti gli altri traduttori con quello più comune, "donna".
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 593.
8. Enfrena la lengua; considera y rumia las palabras antes que te salgan de la boca
QII, cap. XXXI
It. FRANCIOSINI: Raffrena la lingua e rumina ben le parole innanzi, che t’eschino di bocca (p. 307).
It. GAMBA: Raffrena la tua lingua, considera e rumina bene le parole prima che ti escano di bocca (p. 289).
It. GIANNINI: Tieni a freno la lingua; medita e rimurgina le parole prima che t’escan di bocca (pp. 273-274).
It. CARLESI: Frena la lingua, pesa e rumina le parole prima che ti escan dalla bocca (p. 854).
It. MARONE: Frena la lingua, studia e rumina le parole prima che ti escano dalla bocca (p. 299).
It. BODINI: Tieni a freno la lingua; considera bene e rumina le parole prima che ti escano di bocca (p. 841).
It. FALZONE: Tieni a freno la lingua; rifletti e medita sulle parole prima che ti escano di bocca (p. 658).
It. LA GIOIA: Frena la lingua, pesa e rimastica le parole prima che ti escano di bocca (p. 713).
It. CANALE: Frena la lingua, considera e rumina le parole, prima di lasciarle uscire dalla bocca (p. 1413).
Le traduzioni risultano fedeli all’originale cervantino, mantenendone struttura e ordine degli elementi. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre il verbo enfrena: raffrena (Franciosini, Gamba); tieni a freno (Falzone, Bodini, Giannini); frena (Marone, Carlesi, La Gioia, Canale). Varianti per considera y rumia: rumina (Franciosini)considera e rumina (Gamba, Canale)studia e rumina (Marone); pesa e rumina (Carlesi); rifletti e medita (Falzone); medita e rimugina (Giannini); pesa e rimastica (La Gioia); considera bene e rumina (Bodini). "Ruminare" è usato in senso figurativo col significato di ‘meditare a lungo’ (GRADIT 2007).
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 277.
9. Entre el sí y el no de la mujer no me atrevería yo a poner una punta de alfiler, porque no cabría
QII, cap. XIX
It. FRANCIOSINI: Trà il sì, & il nò d’una donna, non m’arrisicherei a porre in mezzo una punta di spilletto, perche non vi capiria (p. 183).
It. GAMBA: Fra ’l sì e ’l no di una donna non mi arrischierei di mettere una punta di ago perché non ci capirebbe (p. 171).
It. GIANNINI: Tra il sì e il no d’una donna io non m’arrischierei a mettere la punta d’uno spillo, perché non c’entrerebbe (p. 162).
It. CARLESI: Fra il sì e il no d’una donna io non m’arrischierei a metter la punta d’un ago, perché non c’entrerebbe (p. 749).
It. MARONE: Fra il sì e il no della donna non oserei io mettere la punta di una spilla perché non c’entrerebbe (p. 186).
It. BODINI: Fra il sì e il no di una donna, non m’azzarderei a mettere la punta d’uno spillo, perché non c’entrerebbe (p. 742).
It. FALZONE: Tra il sì e il no di una donna io non mi azzarderei a mettere la punta di uno spillo, perché non c’entrerebbe (p. 581).
It. LA GIOIA: Tra il sì e il no della ragazza non oserei mettere uno spillo, sicuro come sono che non c’entrerebbe (p. 624).
It. CANALE: Tra il sì e il no di una donna non oserei metterci la punta di uno spillo, perché non ci entrerebbe (p. 1243).
Le traduzioni sono letterali e tutti i traduttori scelgono di utilizzare la prima persona del verbo poner senza ricorrere all’uso del verbo impersonale come nella costruzione spagnola. Si noti l’alternanza di spilletto, ago, spilla e spillo per tradurre alfiler. Le lezioni adottate da Franciosini e da Gamba, "capiria/capirebbe" col senso di ‘essere contenuto’ risultano ormai obsolete, o tipiche dei regionalismi dell’Italia meridionale secondo il GRADIT. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre no me atrevería: non m’arrischierei a (Franciosini, Carlesi, Giannini); non mi arrischierei di (Gamba); non oserei (Marone, La Gioia, Canale); non mi azzarderei a (Falzone, Bodini). Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 250.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 181.
10. Es mejor ser loado de los pocos sabios que burlado de los muchos necios
QI, cap. XLVIII
It. FRANCIOSINI: È meglio esser lodato da i pochi savii, che burlato da i molti sciocchi (p. 630).
It. GAMBA: È più aggradevole il conseguire lode dai pochi che sanno, che non beffe dai molti che non sanno (pp. 531-532).
It. GIANNINI: Meglio esser lodato dai pochi intelligenti che burlato dai molti sciocchi (p. 517).
It. CARLESI: Meglio esser lodato dai pochi saggi, che burlato dai parecchi stolti (p. 537).
It. MARONE: È meglio esser lodato che da pochi savi che burlato dai molti sciocchi (p. 676).
It. BODINI: È meglio esser lodato dai pochi savi che schernito dalla stoltezza dei molti (p. 536).
It. FALZONE: È preferibile esser lodato dai pochi savi che deriso dai molti sciocchi (p. 420).
It. LA GIOIA: È meglio essere lodato da pochi saggi che essere preso in giro da molti sciocchi (p. 446).
It. CANALE: (benché) Le lodi dei pochi saggi contino di più delle burle dei molti sciocchi (p. 885).
Le traduzioni sono letterali ad esclusione di quella di Gamba e di Canale. Il primo mantiene la struttura del sintagma di partenza ma adotta alcuni sinonimi e perifrasi per volgere in italiano alcuni termini come ad esempio: "è più aggradevole" per es mejor, "conseguire lode" per ser loado; il secondo invece riformula l’enunciato e di conseguenza altera le funzioni sintattiche dei singoli elementi che si trovano all’interno del sintagma; entrambi mantengono comunque il significato originale del refrán spagnolo in questione.Infine "aggradevole", traduzione adottata da Gamba, corrisponde alla variante letteraria di ‘gradevole’ secondo il GRADIT. Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre pocos sabios: pochi savii/pochi savi (Franciosini, Marone, Falzone, Bodini); pochi che sanno (Gamba); pochi saggi (Carlesi, La Gioia, Canale); pochi intelligenti (Giannini). Varianti per burlado: burlato (Franciosini, Marone, Carlesi, Giannini); deriso (Falzone); essere preso in giro (La Gioia); schernito (Bodini). Varianti per muchos necios: molti sciocchi (Franciosini, Marone, Falzone, Giannini, La Gioia, Canale); molti che non sanno (Gamba); parecchi stolti (Carlesi); stoltezza dei molti (Bodini). Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 268.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 568.
11. Es menester mucho tiempo para venir a conocer las personas, y no hay cosa segura en esta vida
QI, cap. XV
It. FRANCIOSINI: Non si conoscono così subito le persone, & non ci è niente in questa Vita, da potersi fidare (p. 134).
It. GAMBA: A conoscer uno ci vuol ci vuole gran tempo, e in questa vita non avvi cosa sicura (p. 129).
It. GIANNINI: Ci vuole del tempo per arrivare a conoscere le persone, e non c’è nulla di sicuro in questo mondo (p. 123).
It. CARLESI: Ci vuole un gran tempo prima d’arrivare a conoscere le persone, e in questa vita non si può mai esser sicuri di nulla (p. 129).
It. MARONE: Occorre molto tempo per giungere a conoscere le persone, e non c’è cosa sicura in questa vita (p. 228).
It. BODINI: Ci vuol molto tempo per conoscere le persone, e non c’è nulla di certo in questa vita (p. 140).
It. FALZONE: Ci vuole molto tempo prima di arrivare a conoscere la gente e non c’è nulla di sicuro in questa vita (pp. 101-102).
It. LA GIOIA: Occorre molto tempo per conoscere gli altri, e niente è sicuro in questa vita (p. 111).
It. CANALE: Per conoscere bene qualcuno, è necessario un mucchio di tempo e, in questa vita, non c’è nulla di sicuro (p. 225).
Marone, Falzone, Giannini, La Gioia e Bodini, nelle loro traduzioni italiane, rispettano con maggior fedeltà il testo e la struttura dell’espressione proverbiale spagnola; Franciosini riassume il proverbio modificando così l’intero sintagma;CANALE: disloca a sinistra ciò che nel testo di partenza si trova a destra, sia nella prima sia nella seconda parte del refrán; questo avviene anche nella traduzione di Gamba, ma solo nella prima parte, e in quella di Carlesi che modifica l’ordine degli elementi nella seconda parte dell’espressione, dislocando a sinistra l’elemento che si trova al termine della frase, "in questa vita", e che parafrasa no hay cosa segura con "non si può mai esser sicuri di nulla". Di seguito le varianti italiane adottate per tradurre es menester: ci vuole (Gamba, Calesi, Falzone, Bodini, Giannini); occorre (Marone, La Gioia);è necessario (Canale). Varianti per mucho tiempo: gran tempo (Gamba); molto tempo (Marone); un gran tempo (Carlesi); molto tempo (Falzone, Bodini); del tempo (Giannini); un mucchio di tempo (Canale). La soluzione di Canale, "un mucchio di tempo", è caratteristica di un registro di tipo colloquiale. Varianti per las personas: le persone (Franciosini, Marone, Carlesi, Giannini, Bodini); uno (Gamba); la gente (Falzone); gli altri (La Gioia); qualcuno (Canale). Questo refrán è anche presente nel Refranero general español di Sbarbi alla p. 282.
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 194.
12. Es natural condición de mujeres desdeñar a quien las quiere y amar a quien las aborrece
QI, cap. XX
It. FRANCIOSINI: È natural condizion delle donne sdegnar chi l’ama, & amar chi le disprezza (p. 195).
It. GAMBA: È naturale istinto delle donne sprezzar chi le ama, e amar chi le odia (p. 177).
It. GIANNINI: È il carattere naturale delle donne, disdegnare chi le ama e amare chi le aborrisce (p. 174).
It. CARLESI: Le donne sono tutte fatte così: disprezzano chi le ama, e amano chi le odia (p. 179).
It. MARONE: È il naturale carattere delle donne disdegnare chi le ama e amare chi le aborrisce (p. 289).
It. BODINI: È l’indole naturale delle donne disprezzare chi le ama e amare chi le aborre (p. 190).
It. FALZONE: È l’indole propria delle donne disprezzare chi le ama e amare chi le odia (p. 141).
It. LA GIOIA: È normale per le donne, loro rifiutano chi le vuole amare e amano chi le disprezza (p. 151).
It. CANALE: È condizione naturale delle donne disdegnare chi le ama e amare chi le aborre (p. 307).
Le traduzioni sono letterali, ad esclusione di Carlesi e di La Gioia che adottano "le donne sono tutte fatte così" e "è normale per le donne" per tradurre natural condición de mujeres. Giannini, Bodini e Canale invertono l’ordine aggettivo-sostantivo del testo di partenza (natural condición). Di seguito le varianti italiane adottate per natural condición: natural condizion/condizione naturale (Franciosini, Canale); naturale istinto (Gamba); naturale carattere (Marone); l’indole propria (Falzone); carattere naturale (Giannini); l’indole naturale (Bodini). Varianti per desdeñar: sdegnar (Franciosini); sprezzar (Gamba); disdegnare (Marone, Giannini, Canale); disprezzano/disprezzare (Carlesi, Falzone, Bodini); rifiutano (La Gioia). "Sprezzare" è un verbo di uso e di tradizione letterari secondo il GRADIT. Varianti per las aborrece: le disprezza (Franciosini, La Gioia); le odia (Gamba, Carlesi, Falzone); le aborrisce (Marone, Giannini); le aborre (Bodini, Canale).
Fuente: Cervantes, Miguel de (1978), El ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha, edizione di Luis Andrés Murillo, Castalia, Madrid, p. 243.
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